My Climbing Myth: un concorso per festeggiare 30 anni di Mythos per celebrare i 30 anni dell’iconica scarpetta d’arrampicata Mythos, La Sportiva lancia un concorso fotografico dal sapore nostalgico che, a partire dai suoi ambassadors, raccoglie, racconta e premia le storie dei nostri miti verticali.
Mythos. Mai nome avrebbe potuto essere più azzeccato di quello che, nel 1991, Giuliano Jellici (Responsabile R&D) e Lorenzo Delladio (CEO) decisero per questa scarpetta lilla, inconsapevoli della storia di successo che stavano scrivendo. Un prodotto innovativo ma non vincolante nella sua tecnicità, capace di portare un climber a superare i propri limiti a prescindere dal grado. Un prodotto che ha saputo conquistare generazioni intere di arrampicatori, che ancora oggi dopo trent’anni, non rinuncerebbero mai alla sicurezza e al comfort di una calzata che ha fatto la storia. Ma si sa, le cose belle e funzionali non passano mai di moda, e le intuizioni che arrivano al momento giusto finiscono col diventare “icone”. Ecco che nella sua geniale essenzialità, Mythos rappresenta esattamente questo: una costante nel tempo, un prodotto sopravvissuto al passare del tempo e delle innovazioni, diventato leggenda, “mito”, appunto.
Ed è per celebrare questo importante anniversario che La Sportiva apre il proprio album dei ricordi e chiede alla propria community di fare lo stesso, attraverso un concorso fotografico che dal 5 al 29 aprile mira a raccogliere, raccontare e premiare le storie dei nostri miti verticali: persone che entrate nella nostra vita non solo hanno influenzato il modo che avevamo di vedere questo sport, ma hanno cambiato anche una parte di noi. Anche loro a prescindere dal grado oltre al quale ci hanno spinto, anche loro inconsapevoli della storia di successo che stavano scrivendo.
Per farlo, siamo partiti proprio da loro, da quelli che molti di noi considerano delle leggende del mondo verticale: da Alex Huber a Jakob Schubert, da Heinz Zak a Babsi Zangerl, abbiamo chiesto chi è riuscito a regalargli quella scintilla, quella magia che nessun viaggio, vittoria o cima avrebbe mai potuto offrire, scoprendo che anche i miti, hanno dei miti. Ma non sempre sono quelli che ci immaginiamo. Il proprio papà, un’amica. Il rifugista, un istruttore. Un compagno di cordata, il primo allenatore. Perché se è vero che non tutti i super eroi indossano un mantello, è anche vero che non tutti i miti verticali sono dei campioni.
Chi è il tuo mito? Raccontacelo con un breve aneddoto, fatti votare dagli amici e prova a vincere il concorso #MyClimbingMyth