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Una nuova spedizione nei progetti di Anna Torretta, la guida alpina di Courmayeur: si tratta del Khan Tengri, montagna di 7010 metri nella catena montuosa del Tien-Shan, al confine tra Kazakistan, Kirghizistan e Cina.

La catena del Tien – Shan, data la difficoltà di accesso per motivi politici, è stata per lungo tempo tagliata fuori dalle mire degli alpinisti non sovietici, anche se su queste montagne si sono formati alpinisti di grande valore come il rimpianto Anatoly Bukreev e  Denis Urubko.  Essendo stata poco visitata le spedizioni conservano almeno in parte  il sapore dell’esplorazione e della scoperta. "Si tratta di una catena veramente immensa – spiega Anna Torretta – che non ha nulla da invidiare all’Himalaya, né per estensione dei ghiacciai, né per grandiosità di ambiente, né per bellezza delle cime".

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A suo giudizio il Khan Tengri (toponimo che significa “Signore degli spiriti”) è la cima più affascinante dell’intera catena del Tien – Shan: un Cervino di settemila metri. La montagna fu scalata per la prima volta nel 1931 dal versante sud da un team ucraino e solo nel 1964 fu realizzata l’ascensione dal versante nord, sempre da parte di un team ucraino. Per la sua difficoltà era una delle cinque vette che un alpinista sovietico doveva aver salito per guadagnarsi il riconoscimento del “Leopardo delle nevi”.

Nel 2004 fu teatro di una tragedia sul versante sud, quando una dozzina di alpinisti furono sepolti da un’enorme valanga. Non sono infatti da sottovalutare i pericoli oggettivi di questa montagna determinati dal clima estremamente variabile. "Si tratta di una spedizione di un certo impegno. Ho scelto la via da Nord, meno pericolosa anche se più difficile e lunga, sperando che le condizioni di innevamento permettano questo approccio: si tratta di un lungo percorso su ghiacciaio per arrivare alla spalla ovest e poi di un lungo tratto di misto, in parte esposto, difficile tecnicamente negli ultimi 800 metri".

Questa ascensione, la cui partenza, inizialmente prevista per la seconda metà di giugno, è stata spostata a fine luglio – primi di agosto,  rientra nel progetto “Il lato femminile della montagna” nato con l’intento di verificare se esista un “modo femminile” di andare in montagna e se l’emancipazione della donna in montagna sia una realtà assodata. Fin dallo scorso anno Anna Torretta, ha intrapreso il percorso progettuale sia con l’ascensione dell’Ama Dablam, cima nepalese di quasi settemila metri, accompagnata da Viviana Savin, sia prestando la sua opera in progetti di educazione  di giovani e bambini alla conoscenza della montagna, accompagnando sul Gran Paradiso un gruppo di ragazzi guariti dalla leucemia.

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Dell’esperienza himalayana sta preparando un filmato, “Ama”, la cui presentazione in anteprima è prevista nell’ambito della rassegna itinerante estiva “filmontagna”, in una serata al femminile che vedrà anche la partecipazione di Roberta Vittorangeli e Cristina Gaggini.

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