Un altro importante riconoscimento per il primo parco d’Italia: il Parco Nazionale del Gran Paradiso ha ottenuto il “Diploma Europeo delle Aree Protette”, istituito nel 1965 e rilasciato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Ci è voluto un anno affinché gli esperti europei valutassero le molteplici attività dell’Ente Parco e, alla fine, sono stati premiati l’ottimo grado di conservazione della biodiversità de territorio, gli studi scientifici sullo stambecco e l’attenta integrazione fra le attività turistiche e agricole.
Inoltre, ha destato interesse la posizione del Parco perché è molto vicino al Parco Naturale del Monte Avic (Valle d’Aosta), ma soprattutto confina a sud-est con il Parco Nazionale della Vanoise in Francia, con la possibilità della creazione di una grande area protetta alpina transnazionale.
Il riconoscimento, che pone il Parco sotto l’alto patronato del Consiglio d’Europa per i prossimi 5 anni, potrebbe essere revocato se si riscontrasse un cambio di tendenza nell’attenzione dell’Ente verso i temi ambientali.
Ma non sembra essere questo il caso, dato che l’impegno dell’amministrazione è sempre energico. Lo dimostrano due iniziative molto importanti di questo periodo come l’incontro avvenuto fra i rappresentati del Parco e le autorità nepalesi del Sagarmatha National Park (Parco Nazionale del Monte Everest), per sviluppare un rapporto di partnership, e l’istituzione del concorso di progettazione nazionale per la realizzazione di un centro ambientale educativo a Campiglia Soana.
Questa ultima iniziativa prevede la progettazione dell’edificio, che nelle intenzioni servirà sia per il turismo che per la ricerca, a cui si affiancherà un allestimento in esterno dal titolo “Uomo e i coltivi”. E’ un’opera, quindi, importante, che rappresenterà la seconda area ad interesse naturalistico dopo il giardino botanico Paradisia a Cogne (inaugurato nel lontano 1955, in Valle d’Aosta) e la prima nel versante piemontese del Parco.