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Mamma orsa e tre orsetti a spasso tra i prati e i boschi del Tonale. Davanti agli occhi stupefatti di alcune persone, nel tardo pomeriggio di martedì 10 ottobre i plantigradi hanno attraversato un ampio tratto del versante sud del passo, a 100-200 metri dalla statale, raggiungendo la località Corno Piatto in Val Sozzine. Qui pare abbiano poi trascorso la notte al riparo del fitto bosco, in attesa l’indomani di un nuovo tentativo di localizzazione da parte degli agenti ittico-venatori della polizia provinciale di Brescia, che però non sono riusciti a vederli.

La posizione in cui si trovava la famigliola è però stata individuata grazie agli strumenti in dotazione agli agenti, che ben presto sono riusciti a intercettare i segnali provenienti dal collare della femmina Jurka, un esemplare rilasciato qualche anno fa presso Tione (Tn), nell’ambito del “Progetto orso”, finalizzato a ripopolare il parco Adamello-Brenta.

Tra i primi ad avvistare gli eccezionali ospiti è stato un albergatore locale, che se li è trovati davanti quando, in fila indiana, sono sbucati all’improvviso da un sentiero non lontano dai condomini e, senza alcun timore per la presenza delle persone, si sono diretti verso la vecchia stazione di partenza della funivia del Paradiso. Da qui, dopo aver aggirato la caserma degli Alpini, hanno raggiunto la Val Sozzine, dove col calare dell’oscurità non è più stato possibile seguirli coi cannocchiali.
Gli esperti trentini, responsabili del Progetto Orso, si sono riuniti nel pomeriggio di mercoledì a Tione con alcuni rappresentanti della Provincia di Brescia per decidere le mosse da fare nei prossimi giorni per tenere sotto controllo i quattro orsi. Grazie al radiocollare che Jurka indossa fin dalla sua liberazione e che continua a funzionare, i loro movimenti potranno essere costantemente seguiti a distanza, consentendo così agli agenti di intervenire nel caso gli animali si avvicinassero troppo a zone abitate.

Sembra infatti che Jurka abbia dei trascorsi piuttosto burrascosi (l’irruzione una settimana fa in una stalla, che ha provocato l’uccisione di un asino e il ferimento di altri animali ad un allevatore trentino e, in precedenza, altri episodi analoghi nella bassa Val di Sole). L’orsa è da considerarsi dunque potenzialmente pericolosa, soprattutto – avvertono gli esperti – se qualcuno si avvicina troppo ai piccoli.

”Se si avvistano è meglio starsene alla larga: non si sa mai come possa reagire la femmina, se solo teme per l’incolumità degli orsacchiotti è capace di attaccare”, raccomanda il responsabile del nucleo ittico venatorio.
”Benvenuto orso” verrebbe da dire stando all’interesse suscitato dall’episodio, che nei giorni seguenti ha richiamato al Tonale decine di curiosi. La verità è che l’orso è un ospite scomodo, pericoloso e a volte esageratamente invadente. Vorrà pur dire qualcosa se i nostri antenati si vantavano di averlo debellato dalle montagne. Oggi la convivenza potrà essere possibile in aree limitate del nostro territorio, molto antropizzato (l’orso ha bisogno di un grande areale e può spostarsi decine di km solo in una notte), tenendolo strettamente sotto controllo e a prezzo di qualche vandalismo.

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