Grande festa a Macugnaga, il bellissimo paese ai piedi della parete est del Monte Rosa. E’ la ventesima edizione della Fiera di San Bernardo, una festa popolare e un momento di riflessione sulla cultura walser e più in generale sulla rivitalizzazione della montagna e sul dimorare nelle valli.
Si è fatto il punto, con la Regione Piemonte, dei progetti per la difesa e lo sviluppo delle minoranze linguistiche, di cui il Piemonte è ricchissimo. Più di 4 milioni di Euro spesi per la tutela e la crescita delle popolazioni francoprovenzali, occitane e walser. Per queste ultime comunità sono stati impiegati quasi un quarto dei fondi complessivi utilizzati. Sportelli linguistici in tutti gli insediamenti walser delle Alpi piemontesi, giochi didattici con i bambini e i ragazzi, il vocabolario walser, i neologismi, insomma grandi sforzi non tanto per conservare, ma per rivitalizzare una cultura attraverso le contaminazioni con altre culture.
Macugnaga, insieme con Gressoney, Alagna, Formazza e altre ancora, è uno dei luoghi topici della cultura Walser. Il Presidente Generale del CAI, Salsa, ha presentato con la consueta grande competenza e vivacità il volume, fresco di stampa, dal titolo ‘Storia di Macugnaga’, scritto a sei mani da Luigi Zanzi, Enrico Rizzi e Teresio Valsesia. Un testo elegantissimo, come tutti i titoli editi dalla Fondazione Monti, che documenta le radici walser della storia di Macugnaga, in sottintesa polemica con altre tesi recentemente sostenute da Bergamini, che tendono a negare l’origine walser dell’insediamento ai piedi del Rosa.
E poi la festa. Bancarelle, scultori in legno all’opera in piazza, musica – bello lo spettacolo del Laboratorio corale ‘Cantar Storie’ (www.cantarstorie.com) – e infine la premiazione. L’insegna di San Bernardo è andata a due esperti della cartografia alpina, Laura e Giorgio Aliprandi, singolare coppia di studiosi che hanno dato vita a splendide opere (il più importante è ‘Le grandi alpi nella cartografia’).
La seconda insegna di San Bernardo (non un premio ma un gesto di affetto per chi dedica la sua vita alla montagna, come ha detto Luigi Zanzi, anima della manifestazione), è andata ad Anna Maria Bacher, poetessa di grande talento, che compone in lingua walser.
Bellissima poi l’idea di istituire il Premio ‘La segale d’oro’ un riconoscimento dato a giovani che hanno deciso di costruirsi un lavoro e un futuro in montagna. I premi di quest’anno sono andati a Tania e Danilo Garis, gestori del rifugio Zamboni-Zappa e a Piergiorgio Ghizzo, proprietario del rifugio Monte Moro Hutte.