Nella località poco oltre il Corticello, a monte di Galleno, dove la strada si biforca nei due rami, uno per Sintìt e l’altro per le Croci, le streghe si adunavano, nel tempo dei tempi, tutte le notti, a cantare e ad esercitare le loro malie.
Inoltre intavolavano dialoghi misteriosi con le loro consorelle che tenevano conciliabolo, alle stesse ore, in località Fornace, al di là dell’Ogliolo, dialoghi con voci cavernose, interrotti da acuti strilli che morivano all’infinito» in un pianto angosciato.
Esse apparivano nei luoghi indicati, la sera fra il suono dell’Ave Maria e quello del De Profundis e se ne andavano, dolenti e irritate, all’alba, al primo squillo dell’Ave mattutina.
La gente, perciò, non s’arrischiava mai a passare nottetempo, né al Corticello, né a Fornace, se non per grande necessità , cioè in caso di disgrazia o di malattia, in cui però si premuniva di crocefissi, acqua benedetta ed altre cose sacre.
Le popolazioni di Galleno e di Piazza, per allontanare le streghe dai luoghi indicati, s’accordarono di erigere in essi, le cappelle che si vedono, tuttora: quella al Corticello, dedicata alla Madonna della Guardia, ora alla Vergine di Galleno, perché guardasse il paese dalle streghe e quella di Fornace allo stesso scopo pure alla Vergine Maria, ma non so sotto quale titolo. Si dice che, appena benedette le cappelle, le streghe siano fuggite, lacerando l’aria di strilli spaventosi e che si siano rifugiate, in un luogo sotto il Dosso della Valle del Santo, da cui sloggiarono, con gli esorcismi fatti nel Concilio di Trento.
La tradizione vuole che la processione delle Rogazioni, a Galleno, si prolunghi fino al Corticello e quella a S. Martino, fino a Fornace, a ricordo degli spaventosi conciliaboli.
In tali circostanze, le processioni si arrestano ancora per qualche momento al Corticello e a Fornace e l’Arciprete benedice il tempo e legge i prescritti esorcismi davanti al popolo inginocchiato.
da Leggende e tradizioni della Val di Corteno da Edolo all’Aprica (e oltre)
di Giacomo Bianchi (1905-1996)
illustrate da Nevio De Luca
edito da La Compagnia della Stampa nel 2005 – Roccafranca BS.