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Lo sanno tutti, i norvegesi sono i più bravi nello sci di fondo perchè lo hanno inventato loro.

In quelle zone ci sono temperature che d’inverno raggiungono anche i 30 – 40 gradi sotto zero e alcune vallate sono ricoperte di neve quasi tutto l’anno. Quando alcuni secoli fa, tra un impegno e l’altro, intraprendevo dei viaggi, mi recavo spesso nelle terre del Nord. Lì ho visto per la prima volta gli abitanti, anche i ragazzini, utilizzare degli strani attrezzi chiamati ski, cioè delle lamine di legno molto lunghe, con dei bastoncini che servivano loro per muoversi meglio. Dalla metà dell’Ottocento lo sci di fondo, usato all’inizio per necessità, è diventato il loro sport.

Da quelle vallate lo sci si diffuse anche in Francia, in Germania e dalla fine dell’Ottocento anche in Italia grazie ad Adolfo Kind, un ingegnere svizzero che viveva proprio a Torino, città dove oggi si stanno svolgendo le Olimpiadi.

Qui sulle Alpi, per la natura del terreno, sono diffuse discipline diverse come la discesa e lo slalom, infatti gli austriaci, i francesi e gli italiani sono più bravi in queste gare mentre i norvegesi, i finlandesi e gli svedesi sono favoriti a pedalare con gli sci lungo le vallate per chilometri e chilometri diventando imbattibili per resistenza allo sforzo e alla fatica. Ma si sa che spesso le favole sono capaci di darti un finale inaspettato.

– Fuoco, non la fare troppo lunga – interviene Zorro Zorzi…….. – non siamo la prima squadra italiana a vincere l’oro nella 4 x 10 chilometri.

– E’ vero, ricordo bene la vittoria italiana nel 1994, proprio in Norvegia, a Lillehammer, quando Silvio Fauner bruciò nello sprint il favorito Bjorn Daehlie, davanti a duecentomila spettatori increduli e sicuri di festeggiare la medaglia d’oro.

– Questa storia ce l’ha raccontata spesso Marco Albarello, il nostro direttore tecnico che partecipò alla mitica impresa, – mi confida Giorgio Di Centa.

– Voi invece qui a Pragelato avete stravinto: 15 secondi e 7 centesimi di vantaggio sulla Germania, 16 secondi sulla Svezia. Avevate quasi il tempo di andarvi a bere un buon caffè caldo. La Norvegia poi è arrivata incredibilmente solo quinta!

– Lo avevo detto ai miei compagni di andare piano – mi dice scherzando Zorro Zorzi – invece grazie a loro non mi sono divertito più di tanto perchè ho sciato sempre da solo mentre avrei preferito duellare con i miei avversari, sentirli lì vicino a me. Quasi all’arrivo ho avuto persino il tempo di fermarmi e raccogliere una bandiera italiana che ho portato fino al traguardo.

– Lo potevi dire prima che avresti voluto divertirti di più – gli dicono in coro Fulvio Valbusa, Giorgio Di Centa e Pietro Piller Cottrer – alla prossima gara ti accontenteremo e sicuramente smetterai di lamentarti.



A cura di Sandro Columbaro

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