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Quello che segue è il secondo di una serie di tre brevi racconti, scritti da Sandro Columbaro. Un viaggio fantastico in compagnia della fiamma olimpica, per conoscere le origini, i segreti e la storia dei più affascinanti giochi del pianeta.



Dopo la prima edizione delle Olimpiadi estive disputata nel 1896 ad Atene, che ebbe un discreto successo, quelle successive di Parigi e St. Louis furono un vero disastro.

Ma il barone era sempre pronto a stupirmi e anche la sera del 28 febbraio 1905, ricordo ancora la data, mi fece rimanere di sasso.

– Che ne dici se a Londra proponiamo anche delle gare di pattinaggio artistico su ghiaccio?

– Barone, penso che la tua sia una magnifica idea. Tanti amici mi hanno già chiesto di far disputare delle gare di sci.

– Per quelle – tagliò corto – è ancora presto. Lo so che ci sono tanti atleti giovani che hanno incominciato a praticare gli sport della neve, ma non è ancora ora per pensare a delle vere e proprie olimpiadi di sci, ma chissà magari in una delle prossime edizioni…. vedremo.

E così il 28 e il 29 ottobre del 1908 sulla pista del Prince Skating Club di Londra, si disputarono, con grande successo, le gare molto spettacolari di pattinaggio artistico.

Quando fu designata Stoccolma per i Giochi estivi del 1912 fui quasi certo che anche le gare di sci avrebbero fatto il loro ingresso trionfale alle Olimpiadi.

Mentre stavo esponendo la mia soddisfazione al barone, lui con un gesto eloquente della mano mi fece capire che stavo fantasticando perchè gli svedesi non volevano sentir parlare di olimpiadi invernali.

La riunione del Comitato Internazionale Olimpico che si svolse a Budapest nel 1911, nella quale bisognava stabilire il programma dei Giochi di Stoccolma del 1912, fu una delle più tempestose alle quali mi sia mai capitato di assistere. Con mia sorpresa il barone de Coubertin trovò nel conte italiano Eugenio Brunetta d’Usseaux, un fedele alleato.

– Dobbiamo inserire anche delle gare di sci, di salto, di bob e non solo quelle di pattinaggio come ci sono state a Londra! – tuonò molto deciso a far rispettare la sua opinione il conte Brunetta.

– A Stoccolma non faremo neanche quelle gare – rispose arrabbiato il generale Balck, membro del Comitato organizzatore.

Apriti cielo, da quel momento ognuno voleva esprimere la propria opinione e anche il barone de Coubertin, molto bravo nel saper trovare sempre la giusta soluzione, quella volta purtroppo dovette arrendersi.



leggi la seconda parte del racconto Seconda parte



A cura di Sandro Columbaro

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