Select Page

Walter Bonatti, alpinista, esploratore e autore di libri di montagna e di esplorazione, sarà eccezionale ospite di Aprica, la patria dell’arrampicata sportiva, sabato 4 febbraio 2006. Il grande alpinista ed esploratore incontrerà il pubblico e parlerà delle sue esperienze di viaggio e avventura in tutto il mondo.



Nato a Bergamo nel 1930, già nel 1949 ripete le vie aperte da Cassin sulla parete nord delle Grandes Jorasses e sulla parete nord-est del Pizzo Badile. Nel 1951 la sua prima grande impresa: con Luciano Ghigo scala la parete est del Grand Capucin nel gruppo del Bianco. Nel 1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2. In quella occasione, per portare le bombole di ossigeno che permisero ai due uomini di punta l’attacco finale alla vetta, fu costretto, insieme all’hunza Mahdi, a un bivacco oltre gli 8000 metri in una buca scavata nella neve, privo com’era di tenda e di sacco a pelo.



Nel 1955 scala in solitaria il pilastro sud-ovest del Petit Dru, nel gruppo del Bianco, restando in parete per sei giorni, impresa che segna una tappa indimenticabile nella storia dell’alpinismo. Nel 1958, con Carlo Mauri, raggiunge la vetta del Gasherbrum IV (7980 m) senza servirsi di bombole d’ossigeno. Nel 1961 partecipa, con Andrea Oggioni, Roberto Gallieni e i francesi Kohlmann, Mazeaud, Guillaume e Vieille al tentativo di scalata del pilone centrale del Freney, sul versante sud del Bianco. Una violenta tormenta di neve, che continua per più giorni, blocca le due cordate a 100 metri dalla cima del pilone e le costringe a una tragica ritirata, durante la quale trovano la morte per sfinimento Vieille, Guillaume, Oggioni e Kohlmann.



Nel 1965 chiude la propria carriera con un’altra impresa straordinaria, aprendo una via nuova in solitaria invernale sulla mitica parete nord del Cervino, sommando così in un’unica scalata almeno tre diversi exploit. Dopo questa impresa si ritira dall’alpinismo estremo. Successivamente, fino al 1979 si dedica, come inviato della rivista Epoca, alla esplorazione di posti tra i più selvaggi nei vari continenti del pianeta.

Autore dei libri “Le mie montagne” (1961), “I giorni grandi” (1971),K2 storia di un caso (1995, 2003), Montagne di una vita (1995), In terre lontane (1997).



Appuntamento alle 21:00 presso la sala congressi del Centro Direzionale di Aprica in Corso Roma 150. Sono in programma la proiezione di diapositive e dibattito con il pubblico.

Informazioni presso l’ufficio turistico di Aprica, Tel 0342-746113.







Share This