Una nuova via sulle Aiguilles Marbrées, massiccio del Monte Bianco, dedicata a Gérard Ottavio e Joel Déanoz, morti sul Cervino il sei settembre scorso.
Il nuovo itinerario, attualmente con alcune soste chiodate con chiodi da roccia (non spit), è stata aperta lunedì 31 ottobre dalla guida alpina di Cogne Ezio Marlier insieme ad Alberto Corbella. Le Aiguilles Marbrées, situate a Est del Colle del Gigante, culminano nella Cima Nord di 3.536 metri. La loro roccia non è “splendida†e bisogna prestare attenzione, ma il pinnacolo ha il vantaggio di avere delle goulotte di ghiaccio e di essere vicino alla funivia che sale a Punta Helbronner da Courmayeur, e molti itinerari sono quindi fattibili in giornata.
La nuova via sul versante Nord – Ovest si dipana in sei tiri di corda tra diedri di roccia, fessure ghiacciate e pendii incrostati di neve, e nella parte alta, dopo un ultimo strapiombo, si ricongiunge con una via tracciata e chiodata dalla guida di Courmayeur Andrea Plat. «Si tratta di una via di misto moderno, classificabile come TD+ (très difficile plus). – spiega Ezio Marlier – E’ stata intitolata agli amici Gèrard Ottavio, conosciuto sin da quando acquistava nel mio negozio le tavole da neve, tanti anni fa, e Joel Déanoz, che incontravo spesso nella palestra di arrampicata di Aosta. Sono rimasto colpito e molto dispiaciuto per la loro tragica morte. Scalando qualcosa di nuovo viene spontaneo pensare agli amici scomparsi e così con Alberto abbiamo dedicato la nuova via a loro. Alle soste della via sono stati lasciati chiodi e cordini che abbiamo utilizzato per le discese in corda doppia».
Si tratta della quindicesima via nuova aperta da Ezio Marlier negli ultimi due anni, la quinta nel massiccio del Monte Bianco. «La maggior parte di queste vie sono state tracciate con un amico – cliente. – continua Ezio Marlier – Più che clienti sono amici con cui non esiste solo un rapporto commerciale e la mia vuole essere una proposta un po’ diversa di intendere il mestiere di guida, proposta che ad oggi ha ancora poca concorrenza. Per di più ci sono tante linee, non difficili e intuitive, come quest’ultima, che non sono ancora state percorse e per molti versi sono di maggiore soddisfazione della ripetizione di una via classica».