Ci sono volute molte ore per rientrare da Dhulikhel, 28 km a est di Kathmandu, dove siamo stati accampati con circa 250 nepalesi nei due giorni successivi alla prima scossa. Strade interrotte, percorse da fenditure, autobus non più circolanti. Ma sono molti di più quelli che escono dalla città di quanti vi fanno ritorno. Adesso è il momento degli aiuti
La situazione a Thamel, il centro storico di Kathmandu è spettrale. Poche persone in giro, silenzio. Quello che c’era da fare subito è stato fatto, i corpi delle vittime sono stati spostati e già cremati sulle rive del fiume. Gli abitanti superstiti tentano di rientrare nelle case ancora in piedi per recuperare il salvabile e sperare di potersi ancora fermare li, ma la situazione non è stabile e non ci sono tecnici che possano dichiarare la sicurezza o meno delle costruzioni. Anche il mio alloggio, sebbene ancora in piedi, presenta profonde crepe e da stanotte dormirò in tenda in un giardino situato in un’area più aperta, senza grandi costruzioni attorno.