Il Museo nazionale della montagna di Torino ospita la 13esima Conferenza delle Alpi venerdì 21 novembre e festeggia i 140 anni di fondazione. La Conferenza delle Alpi riunisce ogni due anni i ministri dell’Ambiente degli otto paesi alpini che aderiscono alla Convenzione delle Alpi, oltre a rappresentanti di altre nazioni europee e di organismi sovranazionali, come l’Onu, quali osservatori. L’obiettivo della conferenza è la discussione delle questioni più rilevanti che riguardano le Alpi e le decisioni in merito alla protezione e allo sviluppo del territorio alpino. L’incontro, convocato dall’Italia che detiene la presidenza biennale della Convenzione, è presieduto da Gian Luca Galetti, ministro italiano dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Il Museo nazionale della montagna di Torino si conquista un altro momento di gloria e una ribalta internazionale per far conoscere al mondo lo straordinario panorama di 450 chilometri di Alpi, dal Monviso al Monte Rosa, che si gode dalla “Vedetta alpina” e la ricchezza delle sue collezioni. La conferenza è stata preceduta martedì 18 novembre dalla presentazione del volume “Collezionisti di montagne”, pubblicato da Priuli & Verlucca (prezzo di copertina 35,00 euro) e dall’inaugurazione della mostra dallo stesso titolo.
Il libro “Collezionisti di montagne”, curato da Aldo Audisio, da trentasei anni direttore del Museo, e Veronica Lisino, ultima arrivata tra i collaboratori, non racconta solo la storia del Museo, ma è anche una “Baedeker”, come l’ha definita il giornalista e storico dell’alpinismo Roberto Mantovani, una guida di viaggio per visitare le collezioni di oggetti, foto, film, manifesti, spartiti, etichette, francobolli e così via, conservate al Monte dei Cappuccini.
Il Museo nasce a Torino nel 1874 con la costruzione di un’edicola di legno, la Vedetta alpina, dotata di un potente telescopio, lungo un metro e sessanta centimetri, con una portata di oltre cento chilometri, per poter osservare le montagne confine dell’Italia unita, nata appena tredici anni prima. Quel telescopio, che permetteva a tanti di conoscere vette lontane, era consono alle direttive del Club Alpino Italiano, fondato nel 1863, e al progetto di Quintino Sella per un alpinismo diverso, non riservato a pochi, che si inserisse all’interno di un disegno politico risorgimentale e pedagogico, di studio della montagna e di conoscenza delle valli e del territorio. Da piccolo museo, nato con il nome di “Stazione alpina”, la struttura è cresciuta parallelamente alla ricchezza delle sue collezioni, e si è articolata in sistema museale con la creazione dell’Area Documentazione e l’apertura della nuova Area Espositiva e dell’Area Incontri.
“Collezionisti di montagne”, settimo di una serie di volumi dell’editore Priuli & Verlucca dedicati alle collezioni del Museo nazionale della Montagna, è una guida per orientarsi tra passato, presente e futuro del Museo, un viaggio nella ricchezza del suo patrimonio di 260mila pezzi per comprendere lo sforzo «di superare le pastoie che per molti decenni hanno tenuto lontano la cultura legata alle montagne dal grande dibattito delle idee», come ha sottolineato Aldo Audisio.
“Collezionisti di montagne” è anche il titolo della mostra, aperta al pubblico fino a domenica 26 aprile 2015, nella quale sono esposti oggetti non inseriti nell’esibizione permanente creata nel 2005: le collezioni naturalistiche, i modelli di rifugio, gli sci di sciatori estremi e di grandi campioni, quadri, materiali usati da grandi alpinisti. Questi e molti altri oggetti preziosi sono visibili lungo un percorso articolato, dove la parte introduttiva, dedicata all’evoluzione del Museo, è seguita da una sezione dove il visitatore si immerge in un vero e proprio magazzino. Il settore conclusivo è dedicato ai diversi ambiti che compongono il Sistema Museomontagna, con approfondimenti ed esempi dei materiali conservati nei rispettivi archivi: carte, manifesti, giochi, fotografie, libri e periodici, mappe di luoghi lontani, pellicole, tutto quel che è stato raccolto in 140 anni sul Monte dei Cappuccini.
Libro e mostra sono stati realizzati direttamente dal Museomontagna grazie al sostegno della Regione Piemonte, del Club Alpino Italiano, della Compagnia di San Paolo attraverso il progetto “Torino e le Alpi”, e dalla Città di Torino, a fianco del Museo dal 1874.