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Il MUSE, Museo delle Scienze di Trento progettato dall'archi-star Renzo Piano, propone fino al 9 giugno 2014 la mostra “TUTTI IN SELLA! Sulle strade e nei campi, storie di biciclette e di Gino Bartali”. Al centro dell’esposizione, la storia del ciclismo e la straordinaria vicenda umana di Gino Bartali, protagonista di tante salite e di grandi sfide sulle montagne del Trentino. Curata da Alessandro de Bertolini per la Fondazione Museo storico del Trentino, la mostra è organizzata da MUSE, in collaborazione con Prestabici Tambosi e Servizio ripristino della Provincia autonoma di Trento.

Al MUSE di Trento una mostra dedicata a Gino Bartali e al ciclismo in Trentino
Foto credits: Fabio Pupin

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“Quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita” cantava Paolo Conte, tracciando in poche parole il ritratto di uno degli eroi e simboli dell’Italia degli anni ’40 e ’50, Gino Bartali. Un’icona pop, si direbbe oggi. Grande scalatore, molto forte nelle tappe di montagna – nelle quali ha costruito i suoi tronfi in due Tour de France e tre Giri d’Italia, competizione che lo ha visto anche aggiudicarsi per ben sette volte la classifica Gran Premio della Montagna – è proprio in Trentino che ha dato maggiore spettacolo. Il “territorio della farfalla”, nel centenario della nascita del campione, gli dedica la mostra".

Al MUSE di Trento una mostra dedicata a Gino Bartali e al ciclismo in Trentino

Il percorso espositivo arriva al MUSE con una sezione riservata alle piste ciclabili del Trentino e si inserisce in un progetto che vede il museo, quale ente dedicato alla conservazione della natura, impegnato a promuovere – attraverso l'attività didattica, di divulgazione scientifica e la pratica quotidiana – la diffusione di buone prassi nell'ambito della sostenibilità ambientale, dell’attenzione per l’ambiente e della mobilità alternativa.

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Al MUSE di Trento una mostra dedicata a Gino Bartali e al ciclismo in Trentino

Il centenario della nascita di Gino Bartali è anche occasione per realizzare una sezione sulla figura del ciclista fiorentino e del suo rapporto con il Trentino, da sempre terra di ciclisti e appassionati di questo sport. La vicenda del grande ciclista è uno dei temi principali, ma non l’unico: l’esposizione ripercorre la storia del ciclismo in Trentino, dagli ultimi decenni dell’800 ad oggi: dalla nascita del Touring Club all’istituzione della Federazione ciclistica, dal “codice del ciclista” al “cavallo d’acciaio” come simbolo della modernità, dal ruolo del ciclismo nella Grande guerra a quello delle prime donne in bicicletta, dall’evoluzione del mezzo tecnico alle grandi corse a tappe. Una speciale sezione riguarderà inoltre il cicloturismo delle moderne piste ciclabili, eredi dei primi velodromi per velocipedi costruiti a Trento e Rovereto. Qui sono nate e cresciute molte leggende delle due ruote, come Francesco Moser, Maurizio Fondriest e Gilberto Simoni, che hanno potuto allenarsi sulle mitiche salite trentine, spesso elette tappe del Giro d’Italia. Il ciclismo è stato lo sport più seguito in Italia dalla fine dell'800 alla prima metà del ’900, e sulle Dolomiti ha trovato un terreno fertile dove attecchire, a partire dai primi club per appassionati. La bicicletta ha giocato un ruolo importante durante le guerre mondiali, e nell’emancipazione femminile. La sua evoluzione tecnica ha seguito il progresso tecnologico e scientifico, sancendo il passaggio dai primi velocipedi in legno ai moderni telai in fibra di carbonio. Negli spazi del MUSE saranno esposti modelli d’epoca e moderni assieme alle biciclette originali di Gino Bartali.

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