L'Ente Parco conduce periodicamente ricerche e monitoraggi sui ghiacciai presenti nel Parco Nazionale Gran Paradiso. I risultati dell'ultima campagna non sono purtroppo confortanti; complice l'estate appena passata, che si è rivelata tra le più calde degli ultimi due secoli, tutti i ghiacciai del Gran Paradiso controllati sono arretrati, ad eccezione di quello delle Sengie Settentrionale in Val di Cogne.
Le rilevazioni sono condotte dal servizio di sorveglianza del Parco e dagli operatori del Comitato Glaciologico Italiano, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino ed il Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino.
I ritiri frontali sono stati a volte eccezionali. Il valore massimo è stato registrato al ghiacciaio Aouillié in Valsavarenche, che è arretrato di 90 metri ed è diminuito di spessore. L'innevamento residuo, ovvero la copertura nevosa che rimane sul ghiacciaio al termine della stagione di ablazione, è scarso e a volte completamente assente, venendo a mancare la linfa vitale per l'esistenza del ghiacciaio stesso. Di questo passo, spiegano gli esperti che hanno effettuato le rilevazioni, entro 20 anni i ghiacciai del Parco potrebbero in gran parte scomparire, sorte a cui non sfuggirebbero moltissimi altri ghiacciai dell'intero arco alpino.
Significativo è il caso del ghiacciaio del Grand Etret, il cui bilancio di massa, parametro che esprime meglio di altri lo stato di salute di un ghiacciaio, relativo al periodo 2011-2012, è risultato negativo con una perdita di oltre un metro di equivalente in acqua. Dal 1999 ad oggi il ghiacciaio ha perso più di 13 metri di spessore.
Particolare rilievo ha anche l'aspetto ambientale della ricerca; il lavoro dei guardaparco viene condotto con un impatto quasi nullo. Per raggiungere i luoghi delle rilevazioni infatti non vengono utilizzati elicotteri, ma solamente gli sci o i ramponi.
Il direttore del Parco, Michele Ottino, commenta così i risultati “Da anni seguiamo con attenzione i ghiacciai presenti nel Parco ed il loro arretramento, da porre in relazione al riscaldamento globale di questi ultimi lustri. Queste attività sono utili per monitorare i cambiamenti climatici e comprenderne le cause e sono possibili grazie all'insostituibile lavoro sul campo e di elaborazione dei guardaparco”.