Nuova via sul Bianco per Hervé Barmasse e i fratelli baschi Eneko e Iker Pou. Il nuovo itinerario aperto sul Pilastro di sinistra del Brouillard fa parte del progetto “Exploration dans les Alpes – la Valle d’Aosta e le sue grandi montagne”, sostenuto dalla Regione Valle d’Aosta e da The Nort Face.
Dopo la nuova via aperta in solitaria al Picco Muzio lo scorso aprile, era attesa in questi giorni l’impresa sul Monte Bianco. Giovedì scorso sotto la pioggia, ma fiduciosi nelle previsioni meteo, i tre alpinisti hanno raggiunto il rifugio Monzino. Ad accompagnarli c’erano anche Giacomo Berthet e Damiano Levati, impegnati nel realizzare il filmato e le fotografie della nuova ascensione. Il giorno successivo i cinque si sono diretti al bivacco Eccles, poco sotto l’omonimo colle e sabato scorso hanno raggiunto la base dei pilastri del Brouillard, dedicando l’intera giornata al lavoro di documentazione filmica e fotografica, parte integrante del progetto, sul primo tiro della nuova via. Riaccompagnati gli amici operatori al bivacco, Hervé Barmasse e i fratelli Pou sono ripartiti domenica con obiettivo la vetta del Monte Bianco.
A differenza di alcuni itinerari moderni tracciati sui pilastri del Brouillard, con ritorno per la via di salita al rifugio Monzino, Hervé Barmasse e il fratelli Pou hanno voluto completare l’ascensione fino alla vetta del Monte Bianco, seguendo l’esempio di scalatori quali Walter Bonatti e Chris Bonington. «Abbiamo chiamato la nuova via “La Classica Moderna” –spiega Hervé Barmasse – per sottolineare da un lato che, così come ci eravamo prefissati abbiamo raggiunto la vetta del Monte Bianco come nelle vie classiche, un particolare questo che fa la differenza sia nel peso dello zaino che nell’impegno globale di una prima ascensione che assume proporzioni himalayane, dall’altro le difficoltà della via che arrivano fino al 6c in apertura e in libera, un aspetto questo decisamente moderno».
Per completare l’ascensione, che copre un dislivello di circa 350 metri, i tre alpinisti non hanno usato spit, ma solo quattro chiodi da roccia e anche nelle soste dei “friend”, fedeli all’etica che richiede di lasciare sulla parete il minimo materiale possibile. «Siamo arrivati in vetta al Monte Bianco di Courmayeur a mezzanotte e abbiamo bivaccato lì. Ci siamo risvegliati con un’alba bellissima, guardando le Aiguilles Blanche e Noire sotto di noi e Courmayeur giù nella valle. Eravamo pienamente soddisfatti». Lunedì 1 agosto i tre hanno quindi fatto ritorno scendendo al Refuge du Goûter e infine a Chamonix.
Hervé Barmasse per completare il progetto “Exploration dans les Alpes”, deve ancora realizzare una nuova via sul Monte Rosa, ma «bisogna attendere che ci siano le condizioni perché in questo periodo sarebbe pericolosa», ha concluso.