Nuova via in solitaria sul Picco Muzio del Cervino per Hervé Barmasse, avviando il progetto "Exploration dans les Alpes – la Valle d'Aosta e le sue grandi montagne". Un video dell’ascensione verrà presentato in anteprima assoluta martedì 19 aprile alle 18,30 nella sede della Società delle Guide del Cervino, in via Carrel 10 Breuil Cervinia, nel corso della conferenza stampa, promossa dall’Assessorato valdostano a turismo, sport, commercio e trasporti, per la presentazione del progetto Exploration dans les Alpes – La Valle d’Aosta e le sue grandi montagne che prevede l’apertura di tre nuove linee di salita su Monte Bianco, Monte Rosa e Cervino. Interverranno l’assessore regionale Aurelio Marguerettaz, Hervé Barmasse e un responsabile della casa di abbigliamento e attrezzatura sportiva The North Face, tra gli sponsor dell’iniziativa.
Per realizzare il nuovo itinerario Hervé Barmasse ha impiegato quattro giorni, tra il 6 e il 9 aprile. L’ultima notte in parete è stata la più difficile perché il vento aveva raggiunto raffiche molto violente, tanto che il giorno successivo, gli impianti a Cervinia sono rimasti chiusi. L'itinerario si sviluppa per 1200 m, di cui 500 in un couloir di ghiaccio e il restante sulla parete di roccia verticale e strapiombante del Picco Muzio, fino alla vetta a 4235 m.
«Coerente con i miei principi – ha dichiarato Hervé Barmasse – ho scelto di mettermi nuovamente in gioco cercando di aprire una via dove fino ad ora, a causa della verticalità e della scarsa qualità della roccia, tutti avevano pensato che fosse impossibile salire». In precedenza c'era stato un tentativo solo da parte dei Ragni di Lecco che nel 1965 si erano avvicinati a questa parete aprendo una via che non affrontava direttamente la verticalità e le difficoltà del pilastro, ma che lo contornava. Peraltro quella linea di salita è stata quasi completamente cancellata dai grandi crolli avvenuti negli anni ‘70 e nella calda estate del 2003.
Una delle particolarità di questa ascensione è stata l'averla effettuata in solitaria. «Ho scelto di andare "solo” perché sono fermamente convinto che aprire una via in solitaria su una montagna come il Cervino, famoso oltre che per la sua inconfondibile sagoma slanciata, anche per la scarsa qualità della roccia, sia una grande prova per un alpinista, dove con l’esperienza accumulata negli anni dimostra di aver trovato il giusto equilibrio tra il lato tecnico e quello psicologico. Nessuno potrà incontrare su questa via le stesse difficoltà, emotive e tecniche che ho incontrato io, semplicemente perché si tratterà di una “ripetizione”. Anche se qualcuno un giorno decidesse di affrontare questa via in solitaria saprebbe che prima di lui qualcuno è già passato e dunque questo sarebbe di per sé un grande vantaggio. Personalmente lo reputo un grande successo: prima di questa via avevo compiuto diverse prime ripetizioni in solitaria sul Cervino e come me altri alpinisti, ma solo una persona prima d’ora aveva osato aprire una via in solitaria su questa montagna, Walter Bonatti. Pure lui, nel 1965 aveva deciso di scalare dove molti ritenevano insensato e impossibile farlo, ed era riuscito da solo.
Arrivato in cima al Picco Muzio – conclude Hervé Barmasse – lo stress e la paura di non farcela o di morire sotto una delle tante scariche di sassi, hanno lasciato il posto alla gioia e alla pace interiore. Ero consapevole di aver fatto qualcosa di unico, difficile ed irripetibile, ma la felicità più grande era quella di non dover più scalare sulla roccia marcia. Sopra il mio casco solo il cielo e le prime stelle».