Stop, qui non si passa! Mercoledì 20 ottobre, in via Mercanti a Milano, un muro di 13 metri blocca la strada ai passanti. Perche lo stesso accade agli animali ogni giorno: strade e insediamenti frammentano sempre piuÌ€ i percorsi migratori. Con «The Wall, il muro della biodiversitaÌ€» organizzato in sei paesi alpini, l'«Iniziativa Continuum Ecologico» di WWF, CIPRA, ALPARC e ISCAR dimostra quanto sia importante il collegamento degli habitat per la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali.
Gli impianti idroelettrici ad esempio hanno un forte impatto sui pesci d’acqua dolce. Una diga, per esempio, blocca completamente la possibilitaÌ€ di risalire un fiume per andare a riprodursi. Ma anche un impianto che rubi troppa acqua a un fiume modifica l’ambiente in maniera tale da impattare pesantemente sui pesci.
«La frammentazione dello spazio vitale naturale e la separazione delle popolazioni puoÌ€ generare un impoverimento genetico e addirittura l'estinzione di alcune specie», afferma Mauro Belardi, responsabile Alpi WWF Italia.
Le numerose dighe dell’arco alpino non sono i soli ostacoli. Il paesaggio alpino eÌ€ sottoposto a una forte pressione in termini di utilizzo, soprattutto nelle valli densamente abitate; strade, cittaÌ€, villaggi e campi a coltivazione intensiva ostacolano il passaggio degli animali, tenendoli lontani da importanti luoghi di nutrizione e ristoro.
I numerosi sforzi giaÌ€ in atto per la messa in rete degli spazi vitali vanno intensificati e inseriti in una strategia alpina, percheÌ la natura non si ferma ai confini nazionali e si puoÌ€ proteggere solo mediante un'azione comune. I partner dell'«Iniziativa Continuum ecologico», tra i quali WWF, CIPRA, ALPARC e ISCAR, si impegnano in questo senso ed esigono che le esigenze di mobilitaÌ€ della selvaggina vengano tenute in considerazione in tutte le future pianificazioni, dal livello locale a quello internazionale.