Select Page

Il punto sull’ipotermia accidentale è stato fatto venerdì 25 settembre al 2° simposio internazionale organizzato a Zermatt da Beat Walpoth, Hermann Brugger, Giuseppe Faggian, Marie Meyer e Bruno Yelk, con l’apporto della commissione medica della Cisa – Ikar.

Un convegno importante che ha analizzato le basi fisiopatologiche dell’ipotermia accidentale e le interazioni tra ipossia (e quindi alta quota) e ipotermia anche alla luce delle implicazioni terapeutiche. Sono stati discussi i problemi inerenti la terapia pre-ospedaliera, l’after-drop reaction (mito da sfatare?) e i possibili danni da movimenti attivi e passivi cui il paziente può essere sottoposto nel recupero e nel trasporto.

IL TRENINO DELL BERNINA BANNER 2023

Alcuni case-reports presentati hanno suscitato vivo interesse e fatto riflettere sull’importanza di linee guida aggiornate per il recupero e il trattamento degli ipotermici. Al fine di migliorare non solo la sopravvivenza,ma anche per dare indicazioni chiare sulla prognosi e sulle strategie terapeutiche  il simposio è stata occasione per lanciare l’International Hypothermia Registry, sorta di banca dati sull’ipotermia accidentale.

Particolarmente toccante è stato l’intervento di Anna Bagenholm, radiologa, sopravvissuta dieci anni fa al caso di ipotermia più profonda che si conosca, 13,7 °C. Anna Bagenholm fu vittima di una caduta mentre sciava nel distretto di Tromso, in Norvegia, finendo nell’acqua di un torrente sotto una lastra di neve e ghiaccio. Viso fuori dall’acqua poteva respirare, ma l’ipotermia insorse prima che i soccorritori potessero estrarla dal buco in cui era caduta. La storia di Anna Bagenlholm ha fatto il giro del mondo, ed è persino stata citata in una puntata del serial CSI New York ed è un esempio di come vada sempre applicato il principio che un morto per ipotermia (senza asfissia) debba essere dichiarato tale solo il riscaldamento.

La locandina del convegno

IL TRENINO DELL BERNINA BANNER 2023
Share This