Melle: comune situato nella media Val Varaita (683 m slm) in Provincia di Cuneo, con i suoi 454 abitanti. è uno dei 120 paesi di lingua e cultura occitana del Piemonte. E’ collegato con l’Occitania d’oltralpe attraverso il Colle dell’Agnello, un colle che raggiunge i 2740 mt., attraversando il quale si giunge nel Queyras. La sua borgata principale è quella di Comba, esempio di insediamento a struttura chiusa, a scopo difensivo. Anticamente faceva parte delle terre dei marchesi di Saluzzo, in lotta con i vicini centri di Brossasco e di Venasca per la supremazia economica. Da sempre sede di mercato, ha sofferto pesantemente dello spopolamento degli ultimi decenni. Alcuni resti dell’antico castello posto su un’altura a controllo del paese, sono la testimonianza della sua antica importanza. Ai piedi del borgo è conservata l’elegante architettura di Casa Orselli, dimora degli antichi feudatari del luogo, oggi trasformata in struttura ricettiva bed & brakfast. Un affresco quattrocentesco raffigurante la Trinità , è presente sulla facciata dell’antica Confratria, che accoglieva i poveri del comune. Poco distante una cinquecentesca Madonna in trono e San Sebastiano ricorda le frequenti epidemie del tempo. Sulla piccola piazza accanto alla Confraternita, ora trasformata in Sacrario dei caduti in guerra e dedicata alla “Mater captivorum”, si trova la chiesa parrocchiale.
L’economia del paese è essenzialmente agricola. Da ricordare la produzione nel suo territorio del tipico formaggio detto “Toumin dal Mel”, a cui da trentun’anni tutte le seconde domeniche di agosto viene dedicata una fiera nel centro del paese. Il tomino infatti, fiore all’occhiello di Melle, nasce nel 1800 in borgata Rua Grande di Frassino, come un formaggio fresco, prodotto lavorando il latte vaccino crudo in modo artigianale dopo ogni mungitura. Successivamente fatto coagulare a temperatura ambiente, posto in forme cilindriche e, infine, riposto a scolare su un canovaccio.
La Sagra del Tomin dal Mèl
«Il 12 agosto prossimo faremo la trentunesima edizione della Sagra del tumin del Mel in paese – spiega Maurilio Paseri, sindaco del piccolo comune della Val Varaita -. E come tutte le seconde domeniche di agosto, da più di trent’anni a questa parte, il paese verrà invaso dai banchetti dei produttori, che effettueranno una dimostrazione di mungitura e realizzazione del tipico formaggio in piazza, e finiranno seduti ai tavoli della polentata insieme ai partecipanti».
Maurilio Paseri, sindaco di Melle dal lontano 2001, spiega entusiasta il significato dell’evento periodico più atteso dell’anno, che grazie all’organizzazione della Proloco e di numerosi volontari, permette di far conoscere il piccolo Comune anche al di fuori della Valle Varaita.
E in effetti, se la tradizione del famoso formaggio continua ancora oggi, in parte, è anche merito suo. Perché all’indomani del suo insediamento in Comune si è immediatamente accorto del potenziale del piccolo formaggio: « Le aziende agricole locali rischiavano di andare pian piano fuori mercato – ricorda il sindaco – perché la legislazione andava avanti mentre le nostre sei aziende, quattro qui e due a Frassino, non riuscivano a tenere il passo con i tempie. Mancava una politica unitaria per valorizzarle. Il mio primo impegno è stato quello di garantire la certificazione europea a tutti i caseifici della zona, perché senza oggi non vai da nessuna parte. Nel senso ce non è più possibile vendere il prodotto sul mercato senza bollino CE». Detto fatto: viene immediatamente convocato un tavolo di lavoro con i produttori, la Col diretti, l’Asl, l’Istituto lattiero caseario di Moretta, l’Assodop e i veterinari. «Volevamo capire in modo inequivocabile – continua Paseri – cosa le aziende avrebbero dovuto fare per mettersi a norma. Senza avere poi sorprese, com’è successo a un produttore, che ha dovuto rifare due volte la stessa stalla per la diversa interpretazione data dai vari enti. Con tutti gli oneri economici del caso».
Oggi tutte e sei le aziende sono certificate CE, e la produzione ha ripreso lentamente a crescere. «La nostra idea è stata quella di partire dal tomino come idea forte per caratterizzarci – continua – e intorno a quella costruirci una seria politica del turismo che passa anche per l’area camper gratuita che abbiamo attrezzato appena fuori dal paese. Perché l’unica nostra salvezza è puntare sulla filiera corta. Fare i formaggi subito dopo la mungitura e venderli il più possibile ai turisti». E in effetti i principali problemi che oggi affliggono Melle sono due: spopolamento e isolamento. Perché il Comune, che nel secondo dopoguerra ospitava oltre 2500 persone ed aveva ben tre scuole aperte, oggi vede al suo interno solo più 370 unità . E il saldo demografico continua ad essere in passivo. Inoltre il latte delle aziende locali, che fino a poco tempo fa veniva raccolto da un’autobotte della Comunità montana, oggi non viene più ritirato. Troppo limitato il quantitativo e troppo alta la carica batterica, a causa dell’erba buona, per poter rientrare negli standard qualitativi delle centrali.
Oggi il tomino di Melle è ufficialmente registrato nell’albo dei prodotti tipici della Regione Piemonte. E il passo successivo sarebbe quello della certificazione Dop (Denominazione d’origine protetta). Ma l’operazione, seppur auspicabile, non è certo semplice: «Proprio in questi giorni il nostro assessore si è recato a Roma – conclude il Primo cittadino – dove le pratiche di richiesta del Dop si sono impantanate. Perché ci è capitato di trovare degli strani formaggi in giro per le fiere, che non avevano nessun rapporto con il nostro territorio, definiti “toma di Melle”. Ma se non hai il Dop, legalmente non puoi fare nulla. Inoltre con il Dop potremmo fare un consorzio. I poduttori sono un po’ preoccupati per i ritardi burocratici. Ma io sono ancora fiducioso».
Info: www.comune.melle.cn.it
La parola al produttore
«Produciamo dai 300 ai 400 tomini al giorno – racconta Luciano Roggero, responsabile dell’omonima azienda agricola di Melle -. Oggi in azienda lavoriamo in cinque: io, mia moglie, mio padre e due signore che ci aiutano in caseificio». Luciano a lavorato per quindici anni come falegname nel vicino comune di Brossasco. Poi spinto dalla volontà di creare una realtà a Melle, suo Comune di nascita, nel 1992 si è indirizzato verso l’allevamento delle mucche per la realizzazione del tipico tomino. «L’azienda agricola l’aveva già creata mio padre – continua -, che accanto ad una piccola produzione di formaggi, faceva il raccoglitore di tomini in valle per distribuirli in pianura, a Moretta o Busca. Io e mia moglie abbiamo fatto un salto di qualità , indirizzandoci verso una produzione più ampia. Nel 1997 abbiamo costruito la stalla nuova, ora stiamo ultimando il caseificio con ambienti più grossi». E poco alla volta l’Azienda agricola Roggero è diventata un punto di riferimento per i valligiani e, grazie allo spaccio aperto sulla srada, un appuntamento fisso per i villeggianti. Recuperando una tradizione, quella del tomino di melle, che rischiava poco alla volta di scomparire. «Mio padre riusciva a raccogliere e smerciare tra i 4 e i 5 quintali di tomini ogni settimana, tra Frassino e Melle. Ma oggi molti hanno smesso di produrli, perché sono diventati anziani e i figli non hanno continuato. Tret’anni fa c’erano una trentina di aziende produttive. Oggi siamo rimasti in quattro a Melle e due a Frassino. E la produzione è calata enormemente. Noi vorremmo aumentare ancora la produzione, ma farlo implica tutta una serie di problemi aggiuntivi. E nonostante il Comune si sia attivato per aiutarci il più possibile, l’aumento di produzione rimane un obiettivo non facile».
La Sagra
Il 12 agosto:
-dalle ore 9 mercatino di prodotti tipici
-alle ore 16 distribuzione di polenta, salsiccia, tomino e vino
-alle ore 21 serata musicale.